Studio ungherese, non sempre è legato a una condizione patologica
Non sempre l'acne degli adolescenti provoca una condizione patologica. Può essere, invece, frutto di uno stato infiammatorio naturale e transitorio, che avviene quando la pelle del viso viene esposta a nuovi microbi e causa la produzione del sebo, una sostanza oleosa. E' questo quanto emerge da una ricerca coordinata dall'Università di Debrecen, in Ungheria, e che è stata pubblicata sulla rivista scientifica Trends in Immunology, che di fatto apre allo sviluppo di nuovi trattamenti che possono ripristinare una stabilità tra la pelle del viso e il suo ambiente chimico e microbico. Tra le varie malattie infiammatorie della pelle, l'acne vulgaris è unica sia per la sua specifica localizzazione su alcune aree della pelle (ricche di ghiandole che producono sebo), sia per la sua insorgenza in una fascia di età particolare (principalmente, negli adolescenti) e per la sua frequente risoluzione. Infatti, la remissione spontanea dell'acne vulgaris si verifica fino al 50% dei pazienti che ne sono colpiti, a differenza di altre malattie infiammatorie della pelle come la psoriasi e la rosacea, che hanno invece cicli cronici intermittenti. Sulla base di dati immunologici e dermatologici, i ricercatori ungheresi ipotizzano che gli improvvisi cambiamenti nella composizione del microbiota all'interno della pelle degli adolescenti, accompagnata da una maggiore produzione di sebo, possano provocare una risposta infiammatoria che causa la manifestazione dell'acne.
fonte: Trends in Immunology
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